Facile dire di Sagron Mis, come di quasi tutti i più suggestivi paesi di montagna, che la sua più grande ricchezza può essere considerata il paesaggio, la natura, i boschi, gli animali, la vita rurale, eccetera eccetera. Facile, ma forse non del tutto vero. Non sicuramente esaustivo, almeno.
Non lo è se torniamo indietro nel tempo fino al 1948, anno della corsa all’oro dei Vori, un sogno infranto al quale contribuì per oltre un anno anche la stampa nazionale, interessandosi spasmodicamente alla miniera esplorativa di uno dei più remoti angoli di uno dei più remoti comuni d’Italia.
Non c’è da stupirsi. A Sagron Mis era stato trovato l’oro! L’incredibile scoperta si fece largo da sè: gli operai da due diventarono otto, arrivarono sul posto professori ed ingegneri, venne costituita un’apposita società, le analisi del minerale erano oltremodo promettenti, l’entusiasmo attorno alla miniera cresceva vertiginosamente.
Le ricerche proseguirono frenetiche, ma con la stessa celerità con la quale l’interesse dei giornali era montato, il sogno svanì con tutte le sue promesse, e in molti si chiedono ancora il perché. Tutto tornò alla normale quotidianità, e la nostra miniera d’oro è rimasta sempre lì, ai Vori, abbandonata al suo destino, con tutto il suo prezioso minerale, se veramente c’è, e con le sue mille storie da raccontare.
PER APPROFONDIMENTI: Laboratorio Sagron Mis
Ma si può entrare nella miniera?
Purtroppo ancora no… Ma cercheremo di renderlo possibile! 🙂