Ilario, Salete e Serjane Daldon sono tre fratelli che vivono in Brasile, i loro bisnonni sono partiti da Sagron Mis più di 120 anni fa ed hanno perso i contatti con i familiari rimasti a Sagron, allora terra austriaca.
Le radici però tracciano percorsi inaspettati che tengono saldamente legati alla terra; così, dopo molti tentativi e ricerche, 18 anni fa Ilario è riuscito finalmente a mettersi in contatto con un discendente di quei Daldon rimasti a casa, Maristella. Da allora quelle che erano immagini sbiadite e segni d’appartenenza di cui non si conoscevano le origini, sono diventati elementi sempre più chiari e vividi, grazie ai racconti che Ilario e Maristella quasi tutti i mesi condividevano telefonicamente.
Così la voglia di rivedere con i propri occhi da dove sono partite le loro storie e sentire con le proprie orecchie il suono di quel dialetto che tuttora Ilario parla, perché così gli parlava suo nonno, ha spinto tre fratelli a fare tanti chilometri, solo per passare qualche ora a Sagron Mis.
Da Rio alla piazza della Chiesa di Sagron il cammino non è poi stato così lungo; il tempo è volato ancora più velocemente quando davanti a loro si è aperta la valle del Mis e si sono trovati sotto il Piz.
Hanno visitato il cimitero, si sono soffermati su ogni tomba dei Daldon, hanno scattato fotografie ai volti e ad ogni angolo del Paese; sulla piazza della scuola hanno incontrato il signor Marcon che ha risposto a molte delle tante domande che loro ponevano ed ha raccontato aneddoti che aveva ascoltato da persone anziane molti anni fa. Si sono commossi ascoltando le loro storie, ripensando alle persone a loro care che non sono potute tornare e nel calpestare nuovamente la terra tanto rimpianta dai loro antenati.
Sagron Mis, “il piccolo paese dalla grande prospettiva” è ora irrimediabilmente nei loro cuori e finalmente anche nei loro occhi.